L’osteopata è una figura professionale sanitaria riconducibile al settore delle medicine complementari e alternative (cam).

L’Osteopatia agisce sui problemi strutturali e meccanici di tipo muscolo-scheletrico a cui possono tuttavia essere connesse alterazioni funzionali degli organi e visceri e del sistema cranio sacrale.

Grazie all’applicazione di particolari manovre di rilasciamento delle articolazioni e dei muscoli si possono creare effetti biochimici, stimolando il corretto scambio di fluidi all’interno delle strutture trattate.

In Italia, a seguito di quanto espresso dal DDL Lorenzin 1324B del 22 dicembre 2017, è stata individuata ed istituita la Professione sanitaria dell’Osteopata.

Si rivolgono all’osteopata tutti i pazienti che vogliono risolvere problematiche come: patologie croniche, vizi posturali, cefalee, ma soprattutto per la risoluzione di problemi legati al dolore articolare o al mal di schiena; il bagaglio culturale osteopatico è ampio e consente risposte adeguate sia a livello preventivo, sia per facilitare il recupero dell’organismo dopo un trauma o una malattia.

La disciplina dell’osteopatia tratta il corpo umano con una visione olistica, ponendola come cura complementare per diverse patologie e problematiche e può essere utilizzata anche da chi ha esigenze particolari, come neonati, anziani, sportivi o donne in gravidanza.

SÌ.

Esistono due branchie dell’osteopatia che curano i disturbi legati alle problematiche infantili. Sono l’Osteopatia pediatrica e l’Osteopatia neonatale, specializzate nell’individuazione di problematiche legate ai primi anni di vita e nel periodo della crescita.

Grazie a queste discipline è possibile identificare e intervenire sia sulle tappe fondamentali dello sviluppo del bambino, sia per riparare i traumi dovuti al parto, che possono influenzare la salute dell’infante. 

Quindi: assolutamente sì, i bambini possono ricevere trattamenti osteopatici. Anzi, sono molti i pediatri che consigliano questo trattamento per diverse patologie dell’età evolutiva, come: scoliosi, piede piatto o anche per problemi ortodontici.

Non è purtroppo possibile dire con certezza quante sedute occorrono per avere un beneficio completo grazie all’osteopatia.

Come per ogni terapia ci sono diverse condizioni che possono influenzare la durata del trattamento, perché il paziente risponde in modo individuale a seconda della profondità della sua patologia, dell’età o dell’attenzione rivolta al percorso di riabilitazione, oltre che ovviamente delle abilità del terapeuta.

Generalmente, se volessimo comunque fare un quadro generale, gli effetti sono apprezzabili dopo la prima seduta, e dalle 3 alle 5 sedute possono essere sufficienti per ripristinare lo stato di salute quando possibile.

Inoltre l’osteopata è in grado di determinare se la sua terapia si stia rivelando efficace o meno nel giro di poche sedute, potendo in questo modo variare o confermare il percorso terapeutico intrapreso.

Al momento l’osteopatia non è rimborsata dal sistema sanitario nazionale.

Nonostante gli ultimi segnali di apertura a questa professione, ora riconosciuta come sanitaria a tutti gli effetti, si devono ancora valutare i vantaggi portati dal trattamento osteopatico. Tuttavia questo significa che potrebbero esserci nuovi sviluppi per la professione, una volta definito il rapporto tra costi e benefici che essa comporta.

Sì, l’osteopata è un professionista sanitario abilitato e in quanto tale i suoi servizi sono deducibili ai fini fiscali.

L’osteopata deve rientrare nell’elenco delle professioni sanitarie riconosciute dal Ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=808&area=professioni-sanitarie&menu=vuoto&tab=3) e che sia regolarmente iscritto all’ordine di competenza, con relativo numero di iscrizione all’albo di appartenenza.